B-Loved by P. D. Blacksmith

B-Loved by P. D. Blacksmith

autore:P. D. Blacksmith [Blacksmith, P. D.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fantasy, General, Fiction
ISBN: 9788809796898
Google: EFvGAwAAQBAJ
editore: Giunti
pubblicato: 2014-06-09T22:00:00+00:00


19

Rigiravo tra le mani la lama affilata e il manico ornato da incisioni.

− Ma perché questo regalo? – Alzai gli occhi su Micha. Mi stava di fronte nella luce abbagliante, la camicia azzurrina aperta sul collo, i capelli di grano lucente, un sorriso d’attesa. L’abito era per il compleanno di Stella, il sorriso per me.

− Era da un po’ che volevo dartelo. – Spostò il peso su una gamba e incrociò le braccia.

− Non so cosa dire… è un coltello bellissimo! – La gente ci passava accanto nella via affollata. Lui aveva un aspetto fresco, come se i trenta gradi all’ombra di quel mezzogiorno non lo sfiorassero. Era sabato, nel centro della città sfilavano molte persone vestite leggere, canottiere colorate e bermuda, occhiali da sole e sandali.

Micha spiccava su tutti per l’eleganza della sua figura alta, la camicia segnava le spalle da atleta, i pantaloni cadevano perfettamente, e il resto lo faceva la sua sfacciata bellezza. Ignaro degli sguardi dei passanti, ammiccò soddisfatto.

− Però hai promesso che un giorno di questi mi dai la rivincita, ok? L’ultima volta ero quasi riuscito a batterti – scherzò con un largo sorriso.

− Ah sì? Non ricordo questo risultato – risposi – ma va bene, accetto. Ma questo coltello è davvero… troppo! – Lo abbracciai con trasporto stringendolo con forza. Micha rispose all’abbraccio alzandomi un po’ da terra.

− Belinda? – Una voce conosciuta mi fece sobbalzare.

− Papà? – Mi scostai di scatto da Micha. – Che ci fai qui?

Lorenzo stava in mezzo alla via, il viso accaldato, la ventiquattrore in mano. Avrebbe chiesto di essere sepolto con quella valigetta probabilmente. Possibile che lavorasse anche di sabato?

− Sono uscito da una riunione ora. Lorenzo. – Si avvicinò porgendo la mano a Micha, che la strinse con calore.

− Molto piacere, io sono Micha.

− Un mio amico – aggiunsi arrossendo.

− Sì, vedo… – disse Lorenzo senza staccare gli occhi dal viso di Micha, che non batté ciglio. – E cosa abbiamo qui? – Accennò al coltello che tenevo in mano. Glielo mostrai, impacciata come una bambina colta sul fatto.

− Ma è acciaio damascato, fantastico! Ed è pure perfettamente bilanciato. – Lo passava da una mano all’altra soppesandolo in modo esperto. – La tecnica originale per realizzare questo acciaio è andata perduta settecento anni fa almeno. Fattura silvana, vero? Siete gli unici a conservare queste abilità artigianali. – Chiese a Micha. Ero basita, guardavo Lorenzo dubitando di ciò che sentivo.

− Sì, è un coltello silvano. Lei è un intenditore? – Il tono di Micha suonò stupito. – Non molti sanno distinguere.

− No, un intenditore no, ma mi sono sempre piaciuti i coltelli.

− Non me l’hai mai detto. – La mia voce aveva un che di accusatorio, ma mio padre sollevò le sopracciglia pacificamente.

− Mi piacevano quando avevo più o meno la tua età. Del resto non ero un bravo lanciatore, avevo più l’animo del collezionista. E i silvani fanno cose incredibili, ma non le mettono in commercio, quindi purtroppo non sono mai riuscito ad averne uno. La lavorazione



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